Frìtole, le frittelle veneziane e la loro storia.
Dietro questa specialità gastronomica si nasconde una storia interessante e una moltitudine di ricette, tutte buonissime e da provare.
Come poteva una super-fan di Venezia come me non trattare l’argomento frittelle?
Così deliziose, irresistibili … chi può aver inventato una simile prelibatezza? Qual è la vera ricetta veneziana?
Ero talmente curiosa che ho fatto delle ricerche e non ti nascondo che ho accumulato un sacco di calorie nell’impresa.
Ho scoperto che di pietanze dolci fritte si comincia a parlare in epoca romana: le “frictilia”.
Infatti questo tipo ti cottura in antichità era molto diffuso e veniva utilizzato sia per piatti dolci che salati.
La prima ricetta scritta è riportata nel “Libro per cuoco” scritto nel XIV secolo proprio da un Anonimo Veneziano che ce ne dà già quattro versioni.
A Venezia le frìtole avevano un grande successo tanto che la loro produzione venne considerata un’arte da affidare in esclusiva ai fritoleri. Le preparavano in piccole baracche di legno, impastando su delle grandi tavole tutti gli ingredienti, per poi friggerle in enormi pentoloni.
Nel 1600 fu costituita la corporazione dei Fritoleri. I primi 52 “fritoleri” iscritti divisero la città in zone e ciascuno esercitava nella propria, tramandando l’arte e la bottega di padre in figlio.
Le fritole venivano vendute anche per le strade con un metodo particolare ma molto pratico: le frittelle venivano preparate e fritte con un buco al centro così da poter essere infilzate con dei bastoni di legno a forma di spada e facilmente trasportate dalle venditrici ambulanti: fritolere.
Ma la caratteristica più golosa era lo zucchero con cui venivano cosparse. A Venezia non mancava di certo, visto che rappresentava un ramo molto fiorente del commercio. Proveniva dalle coltivazioni di barbabietola dell’entroterra veneta o dalla famosa isola di Candia dove si ricavava dalla canna da zucchero.
Ai tempi si diceva che la frìtola era “Bocon da poareti e da siori” cioè “cibo per i poveretti e per i signori”.
Col passare del tempo la “frìtola” fu sempre più considerata una vera prelibatezza, apprezzata moltissimo, tanto da diventare nel 700, Dolce Nazionale dello Stato Veneto”.
E la ricetta? Come si fanno le frittelle veneziane?
Ne esistono tantissime versioni che si aggiungono alla ricetta classica. Le fanno anche con il riso o con la farina di polenta, oramai ovunque si trovano vuote o ripiene di crema, zabaione, cioccolato e chi più ne ha più ne metta.
Nella mia mente c’è un ricordo indelebile di quando ero bambina: una bacinella enorme appoggiata sul termosifone con un canovaccio immacolato e inamidato appoggiato sopra.
Aveva un significato ben preciso: la mamma stava preparando le frittelle … se ci penso mi viene ancora l’acquolina in bocca.
Ovviamente quelle di mia mamma erano le frittelle più buone del mondo, proprio come quelle di tutte le mamme del mondo.
Ancora più ovvio era che mia mamma aveva la vera ricetta originale delle frittelle veneziane, quella autentica, tramandata da generazioni.
Le faceva con le mele, tagliate a fettine sottili, ci aggiungeva uvetta e pinoli. “Il segreto è farle riposare al caldo” mi confidava “perché le rende più soffici”.
Magari non era vero, ma per me era una cosa grande, una storia affascinate, mi sentivo protagonista di una fiaba importante.
Ecco, questa è la ricetta originale delle frittelle veneziane di mia mamma (le dosi sono per circa 10 persone):
Fai sciogliere in poca acqua tiepida 30 gr di lievito di birra e 100 gr di zucchero. Poi incorpora 1 cl scarso di grappa e 500 gr farina, aggiungendo acqua all’occorrenza. Lavora bene la pasta fino a quando non si formeranno delle bollicine sulla superfice. Mettila a riposo in una bacinella coperta da un telo vicino ad una fonte di calore moderata. Quando la pasta sarà raddoppiata aggiungi gli altri ingredienti, circa 100 gr ciascuno: uvetta, cedrini e pinoli. Quindi friggi l’impasto in olio di semi, un po’ alla volta in olio caldo e falle asciugare su carta assorbente. Per finire dai una bella spolverata di zucchero a velo.
Se avrai voglia di provala fammi sapere come è venuta e se ti è piaciuta.
Mi piacciono molto gli scambi per cui se hai una ricetta che vuoi condividere fammela avere che sono impaziente di provarla.
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